Rubrica a cura di Marilisa Brocca


INTERVISTA A ANGELO DE MARTIN
A cura di Marilisa Brocca

Il taccuino di ricordi, le emozioni raccontate in tratti essenziali di un artista che si rivela soprattutto un grande osservatore, ricercatore di quel pulsare silenzioso che si trova in noi e intorno a noi, ricercatore di vita. Incisivo e diretto Angelo De Martin sa cogliere quell’intimo dettaglio negli occhi delle persone, nel silenzio di una giornata e lo fissa con segni veloci e disarmanti…veri.

Ciao Angelo,

1. Ho visto i tuoi quadri, e visitando il tuo sito ho potuto scorrerli uno a uno. La loro visione, nella loro completezza, mi hanno regalato l’immagine di una lettura attenta ed accurata di un diario segreto. I tuoi disegni sono come lettere, che si susseguono minuto dopo minuto e parlano della quotidianità, delle emozioni di una giornata. Sono sicura che non ti è mai successo di trovarti impreparato: senza foglio, senza matita…, se questo è accaduto invece, quali sono state le tue emozioni.

Ciao Marilisa….dopo molti anni di viaggio nell'arte (a volte mi sembrano secoli) mi accorgo che tanta acqua è corsa e che le esperienze si sommano anche quando sembrano divergenti e portanti in vicoli ciechi. L'artista è un po’ rabdomante…..e avverte, sente e deve comunque andare dove lo portano i suoi pensieri e sentimenti. Nulla die sine linea....questo il mio motto-ogni giorno un segno...ogni giorno dietro ad un pensiero ad un immagine, ad un libro.
Certo l'arte è uno specchio…….per anni ho creduto che il reale poteva essere il medium per l'espressione, ora penso che a quello si sommano l'immaginario, il fantastico, la natura , la materia e tutta la semplice complessità di cui è fatta l'opera. Tutto è reale!

2. Mi piace la definizione rabdomante: alla ricerca della fonte miracolosa che illumina ogni tuo pensiero. Una ricerca come dici tu che dura una vita. Ricordo un poeta, mio amico di penna, che una volta mi scrisse che ogni sua poesia si sarebbe potuta considerare conclusa solo con la sua morte. E’ una grande verità per un artista.
Un’altra scelta che è evidente nella tua antologia è quella tematica con cui suddividi i tuoi lavori: la neve, le finestre, i ritratti, è un approfondimento che certamente persegui per tua gioia personale ma lo interpreto anche come un messaggio a chi ti segue o vuol conoscerti. Raccontaci come avvii queste comunicazioni.

Il tema nasce dalla necessità di darmi una gabbia su cui poter lavorare, come un salvagente del naufrago....sicuramente non affogo!! Secondo: il tema è dato dalla voglia di mettere a fuoco le strutture mie e del reale o dell'immaginario,a volte mi dicono che ultimamente disegno solo nudi femminili, qualcun altro ha disegnato bottiglie tutta la vita!!! Ma che bottiglie!!! Credo che stare su un tema o dei temi sia bene, è come il cuoco che ha gli ingredienti e con quelli delizia. Poi certo se vado a vedere perché di certe scelte ... allora si entra nell'aspetto psicologico, inconscio che si rivela sempre. I miei temi hanno sempre coinciso con aspetti del mio vissuto, nel caso dei ritratti erano gli anni che frequentavo il centro salute mentale dove tenevo un laboratorio per gli ospiti, ed in simpatia facevo loro i ritratti. Nel caso della neve: andavo spesso in montagna a piedi per belle camminate e tutto questo bianco con poche tracce era ciò che cercavo, erano anche gli anni dei miei soggiorni in Giappone e mi ero intriso di quel mondo che poi usciva nel disegno.

3 A proposito di Giappone, leggo nella tua biografia che i contatti con questo Paese sono frequenti. Ormai hai un’attività che ti coinvolge. Quanto ti ha condizionato come artista la loro cultura, hai trovato differenze considerevoli nel loro approccio con l’arte. C’è un passaggio nelle tue opere in cui si noti particolarmente l’influenza giapponese.

Ho scritto un piccolo libro dal titolo: “Taccuino di memorie giapponesi" Campanotto Editore nel 2004 in cui parlo del mondo giapponese. credo che per alcuni anni il mio disegno è stato influenzato dal Giappone, dalla sua essenzialità, dal senso del vuoto. La serie "neve" e "disegni Asolani" sono in questo senso delle grafie dove il rapporto pieno vuoto si fa sentire. Poi la mia mostra di pitture su carta in Giappone dove ho dipinto piccole carte rigorosamente dal vero. Devo molto al Giappone. Molta della mia pittura odierna è ancora intrisa da quella lunga esperienza. Credo che l'arte giapponese, anche contemporanea, abbia molto da scoprire in rigore e filosofia. Questa eterna attrazione dell'oriente.....solo che ora con questa globalizzazione, anche le specificità vanno a confondersi e chissà cosa altro vedremo.

4. Alcuni quadri in bianco e nero, altri, magari che parlano dello stesso tema, completati dal colore. Utilizzi matite, pastelli, forse gessi, carboncini ma anche olii, acrilici o quant’altro che tu vorrai elencarci, su supporti di carta, tavola o tela. Mi chiedo quando per te un materiale è quello giusto per il tuo quadro e quando ritieni che il colore possa enfatizzare l’obiettivo che ti sei prefissato oppure se è l’istinto, la sperimentazione che ti muove.

Diciamo che in questo periodo sono entrambe le tensioni che mi muovono: l'istinto mi suggerisce cosa fare, come fermarmi, quanto aggiungere, la ragione mi porge l'immagine, mi pone la condizione strumentale, insieme si sostengono e formano il dipinto. Io mi reputo un disegnatore anche quando uso il colore, amo la grafite, lo sfumato del carboncino e il segno marcato della matita dura che pare incida la superficie, eh sì, tutto è superficie in pittura, lavoro con i pastelli, con l'olio e un pennello piccolo, costruisco il colore per brevi tratti all'interno dell'immagine vivo le contraddizioni... queste creano la tensione. Che forse sia questo l'appartenenza al mondo moderno, al non potersi esimere dall'esserci dentro? Quante sostanze intessono il fare del pittore, di quali ingredienti è difficile fare a meno, certo gli strumenti danno una certa sicurezza e la visione con essi diventa la bussola di questo navigare…. che ogni giorno il nostro orizzonte sia diverso!

5. Un’opera pittorica è disegno, colore, prospettiva, luci, ombre, è arte del vedere: quel pathos unico e personale che contraddistingue l’artista. Marcel Proust diceva: “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nell’avere nuovi occhi”.
Il confine è sottile, vedere e fare sono due cose che non sempre diventano automatiche. A volte ci si fossilizza nell’immagine, altre ci si lascia condizionare dalle tendenze. Ci vuole coraggio!
C’è un’esperienza, un percorso che indicheresti a chi artisticamente vuole trovare quel coraggio?

Per "quel Coraggio" posso solo dire che ci vogliono pazienza, moltissime letture, molte mostre, molto confronto, molta autocritica, molta umiltà, molto lavoro e tanta curiosità cosi facendo, la vista "migliora" e ci si toglie di dosso tutte quelle sovrastrutture che ingabbiano il nostro volo, piano piano, e non accontentarsi mai troppo, fare e disfare come la tela di Penelope e in attesa, poi improvvisamente, senza annunciarsi, si apre una porta, e voilà: un nuovo giardino, che va coltivato etc. etc.

6. Nel sito web www.angelodemartin.com (che invito a visitare) la tua biografia è ricca di informazioni sulla tua vita artistica. Mostre, iniziative da te promosse, collaborazioni, libri ed eventi che danno lustro alla tua attività e non di meno una grande soddisfazione personale.
Grazie al tuo sito molte persone possono visitare virtualmente la tua esposizione permanente e cogliere le mutazioni che nel tempo sono intervenute nel tuo stile. Che rapporto hai con la moderna tecnologia, curi personalmente questo spazio. Consideri internet quale mezzo necessario nel XXI secolo per rapportarsi con gli altri ovvero come una grande opportunità, una finestra aperta al mondo.

Ormai anche i più restii una paginetta web se la fanno. Certo non è una panacea e non risolve il problema della comunicazione in senso profondo, è comunque un velocizzare il messaggio, ed è una finestra sul mondo, a qualcuno sicuramente fa piacere trovarti, è quasi come avere un libro sull'artista, poi, penso che le nuove generazioni siano molto in simbiosi con la tecnologia rispetto alla mia generazione che ci siamo trovati sullo spartiacque tra modernismo e globalismo, ciò comunque non ha nulla a che vedere con la qualità dell'opera che andrebbe vista dal vero, però è consolante pensare che tante persone ti guardano e che qualcuno ti possa essere vicino in cordata. Curo personalmente il sito e penso ci sia molto da imparare ...spero nel forum come finestra di dialogo, la cultura….. senza… non c'è web che tenga!

7. Raccontaci qualcosa di più su Casa Stoppani: luogo di studio, incontri culturali, musicali, di poesia.

Arrivai a Casa Stoppani nel 90 e avevo appena il denaro per comperarla, mi misi a fare il muratore e sistemai il pianoterra, abitavo a Treviso e avevo lo sfratto dallo studio, iniziai ad inventare degli incontri, mostre happening che dovevano durare solo una serata,tutto si concludeva in una serata, quindi bisognava lavorare molto perchè riuscisse bene, ed erano a volte delle serate magnifiche con anche 100 persone, abbiamo fatto musica, teatro poesia letteratura, piccole chicche che molti si ricordano, ciascuno era invitato a portare qualcosa e cosi il gioco era fatto, poi come tutte le cose per tanti motivi si arenano. Successivamente altre parti dalla vecchia villa veneziana si liberarono e feci acquistare ad altri artisti delle porzioni cosi che venne dopo chiamato il “condominio dell'arte”. Spesso il fatto di coabitare nell'arte non è sinonimo di crescita artistica, tutti sono impegnati a seguire il proprio giardino. Questa è la storia in breve, ora ci vivo ed ho il mio studio ma sto pensando seriamente di riprendere con il centro d'arte, magari in un bel capannone.

8.. Molto bella l’idea,. sono sicura che, soprattutto in questi anni, dove siamo tutti un po’ di fretta, un luogo di incontro e di confronto sia sempre più ricercato. Circoli culturali dove poter parlare e confrontarsi, anche solo tra amici che vogliono condividere un pensiero. Ne stanno nascendo ma sono pochi e spesso l’aspetto commerciale ha il sopravvento sul progetto e ne stravolge il significato.
A proposito di progetti… hai fatto tante cose, ma so che ne hai molte altre in serbo. Esposizioni importanti che vorrei preannunciassi ai nostri lettori.

E’in corso una mostra alla Fondazione A. Canova del gruppo Kaleidosart che abbiamo costituito pochi mesi fa. Per il 2007 abbiamo in programma delle esposizioni importanti, da ricordare quella con il Gruppo della Scuola di Monaco che avrà il titolo "Luci del Nord" in settembre in una sede prestigiosa del Veneto, ancora "Segni e memorie" mostra con una serie di eventi collaterali con sede in Treviso, sarà un incontro tra arte, filosofia, poesia e gastronomia tutto ad ottimo livello. Come mostre personali: un ciclo di serate nel triveneto sul mio libro "Il bestiario di Apollinaire" illustrato con 30 tavole a colori, il libro verrà presentato con accanto gli originali appunto in numerose città del triveneto, poi l'uscita per Campanotto Editore Collana Zeta il catalogo di disegni presentato dal prof. Gilberto Ganzer (direttore musei di Pordenone) prof. Andrea Bellieni (direttore museo Bailo TV) e il prof. Cuozzo (ordinario storia dell'arte a Ca’ Foscari VE). Ci sarà poi una mostra a Villa Pisani a Strà, una mostra a Merano e forse una a Mel, Palazzo delle Contesse. Poi tante idee per il laboratorio d'arte con Kaleidosart...

9. Sono senza respiro… immagino che non ti sia fermato un attimo, il 2007 sarà un anno di grandi soddisfazioni per obiettivi raggiunti, come i libri che andrai a presentare. Tuttavia sono certa che da un personaggio versatile come te altri sogni sono nel cassetto. Domanda scontata ma pur sempre di rito: Cosa vuole Angelo De Martin, qual è l’opera che cerchi di realizzare?

Questa è sicuramente la domanda meno scontata di tutte alla quale non so rispondere se non vagamente. Mi piace vivere con il pensiero che il disegno più bello lo devo ancora fare, che il senso di libertà che vorrei ci fosse nel mio fare, raggiunga le persone e che ogni giorno è bello, intenso e che vale la pena di esserci, di giocarsi fino in fondo. Poi narcisisticamente e vanitosamente, di essere considerato bene.

10. Bene Angelo, ti lascio nelle mani di Marina che ha scorso le tue opere e vuole rivolgerti una domanda…. anzi due.

Se penso alla neve mi verrebbe da dire che rende tutto uguale, che uniforma il paesaggio, invece osservando l’essenzialità dei segni che tracci sui tuoi quadri percepisco un’immagine viva di un mondo che si nasconde ma che è lì lì per venire alla luce. E’ questa l’emozione che hai provato Angelo, e oggi rivedendoli cosa provi?

• E ancora scusa, noto che nei ritratti non ti limiti a proporre i lineamenti della persona ma cerchi di carpire il pensiero, la sofferenza, la tensione, il vuoto, la staticità che in quel momento viene da dentro e imprimi perciò nei lineamenti quello che tu vedi affiorare in quel viso.
Ciò nonostante, nell’immagine ho notato un trascinamento del segno come non volessi o non potessi fermare l’istante. Forse il presente, l’attimo è talmente fuggente da essere già passato.

La neve crea uniformità, copre tutto con un velo bianco e ogni tanto lascia affiorare qualcosa, colore, forme... cosi volevo fossero le mie pagine, bianche come neve e facevo affiorare piccole tracce, poi certo il rapporto con la natura, questo desiderio di simbiosi. I volti invece richiedono attenzione, l'umano ha le sue regole, mi attrae il viso in particolar modo i volti sofferenti, mi accordo più facilmente e ogni viso merita molta attenzione. Lo strascinare è un effetto che mi crea profondità è movimento per non essere troppo statico. In un disegno ci possono stare molte cose...

11. E' proprio vero, in un disegno ci possono stare molte cose... ed ogni segno è una traccia che l'artista lascia di sè.
Siamo arrivati alla fine di questa chiaccherata ma per tutti noi non è che l'inizio della scoperta. Infatti ci aspettiamo di incontrarti presto in uno dei tanti appuntamenti che ci hai indicato. Di questo, ti prego di tenerci sempre aggiornati.
Lascio a te l'ultima battuta regalandoti questo spazio bianco che puoi utilizzare come credi... per delle considerazioni, per una domanda, per una critica, per dedicarci un libro, un pensiero... per salutarci.
Per quanto mi riguarda ti ringrazio per esserti prestato a questo "interrogatorio" in maniera così generosa. E' stato davvero un piacere conoscerti.
A presto, un ciao a tutti da Marilisa

Ciao e grazie dell'attenzione per il mio fare. Certo il fare artistico, fa pensare, siamo sempre in oscillazione tra natura e pensiero, istinto e ragione, cerchiamo sempre quell'armonia ideale chi per un verso chi per un altro, la verità, se mai esiste, è solo in noi, questo interrogarsi sulle cose, il relazionarsi sul reale, questo rapportarsi, a volte ne esce qualcosa di valido, una onesta testimonianza di un percorso, che viene cosi spesso sommerso dai detriti del “sociale” ma come si sentiva dire “dal letame nascono i fiori”.


Angelo De Martin





 

 



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