MAURIZIO ROSSETTO

 

Rossetto Maurizio nasce a Treviso nel 1964. A 14 anni inizia il suo percorso lavorativo presso un’ officina fabbrile dove si occupa della lavorazione del ferro battuto. A 18 anni abbandona  la lavorazione del ferro per dedicarsi alla lavorazione del legno in qualità di falegname presso un’azienda di arreda menti su misura. Da subito si innamora del legno massello e da autodidatta si cimenta nell’esecuzione di sculture usando legni pregiati. A 30 anni apre la sua bottega nella quale inizia a creare mobili esclusivamente in legno massello intagliati a mano ed ulteriormente impreziositi da applicazioni di foglia oro ed argento e qualora possibile con l’applicazione di piani o incastonature in marmo per dare  originalità al pezzi creati. Da oltre un ventennio esegue anche sculture in marmo/legno/metallo e ceramica. I lavori sono sempre eseguiti in pezzo unico certificato ed  autenticato. L’esperienza lavorativa gli ha permesso di conoscere ed apprezzare la materia che poi ha cercato di plasmare.

 

Maurizio Rossetto: la conquista della materia

La parola ‘Arte’ è riconducibile all’etimo greco techné che indica l’azione del fare manualmente sia il necessario che oltre la necessità del quotidiano stesso, nello slancio creativo volto alla manipolazione e trasformazione delle Cose di natura per effetto di un’intelligenza espressiva. La parola greca, a quel tempo, riassumeva in sé sia l’arte che l’artigianato senza alcuna distinzione sostanziale. Solo successivamente, nel mondo latino, il termine diverrà ars, artis da cui la moderna terminologia che oggi adoperiamo nel linguaggio quotidiano. La manualità guidata dall’intelletto è dunque al centro della creatività. Non possiamo avere grande arte senza un considerevole lavoro eseguito con metodo, abilità e rigore. In questo senso, l’azione tecnica di esecuzione diviene elemento essenziale per adempiere a risultati di un certo livello che, nella raggiunta dignità estetica, assurgono al titolo di opere d’arte. La differenza tra queste ultime e l’artigianato si pone, ovviamente, sul piano della produzione più o meno seriale. Un progetto di arredo può essere replicato dall’industria infinite volte; l’opera realizzata nella solitudine della bottega, viceversa, vive un suo carattere di unicità ed irripetibilità. I capolavori non si possono replicare. Sono sempre figli unici e, proprio per questo motivo, sono fonte di fascino e attrazione fatale che cattura il sentimento e lo spirito contemplativo. E’ pur vero che, nella degenerazione contemporanea, l’arte ha imboccato discutibili strade alternative che pongono al centro l’idea prima ancora dell’esecuzione pratica, materiale. Ci riferiamo all’arte performativa, alla provocazione del gesto, all’assenza di ogni elemento riconoscibile. Tutti fenomeni che sono presenti nelle esposizioni d’avanguardia più ardite e che, a loro modo, fanno discutere e dividere la critica. Molte sono le esagerazioni e le esaltazioni che spesso suscitano curiosità ed offrono spunti di riflessione. Che sia arte vera e propria, questo è tutto da verificare. Di sicuro, però, alcune opere di rottura e provocazione appaiono quasi un insulto a coloro che si applicano nel campo espressivo con fatica e dedizione seguendo un metodo spesso riconducibile ad una tradizione consolidata dalla cultura di un luogo..........

   Giancarlo Bonomo

 

 

 

 

 

 

maurizio rossetto

 

 

 

MAURIZIO ROSSETTO

 

 

 

 

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